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Museo Rosenbach

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2007 19:42
03/08/2007 14:58
 
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Nominate il Museo Rosenbach e vedrete una scintilla negli occhi di ogni appassionato di rock progressivo europeo, il loro Zarathustra è generalmente considerato uno dei migliori esempi di questo genere al di fuori dell'Inghilterra. Eppure il gruppo non ebbe tanto successo all'epoca, avendo anche dei problemi per le presunte inclinazioni politiche di destra, a causa della copertina tutta nera, dell'immagine di Mussolini nel collage della copertina, i testi ispirati da Nietzsche.
Il Museo Rosenbach nacque dalla fusione di due gruppi della fine degli anni '60 provenienti da Sanremo, La Quinta Strada e Il Sistema, intorno al 1971, e la prima formazione comprendeva anche il futuro componente dei Celeste Leonardo Lagorio al sax e flauto. Le uniche registrazioni lasciate dal Sistema sono uscite in LP e CD della Mellow negli anni 1991-92, mentre la Quinta Strada era una cover band.
I brani di Zarathustra erano già pronti alla fine del 1972, quando il gruppo venne contattato ricevendo l'offerta di un contratto con la Ricordi, interessata a lanciare nuovi gruppi progressivi come il Banco del Mutuo Soccorso e la Reale Accademia di Musica, e il loro album fu pubblicato nell'aprile 1973.
La lunga suite Zarathustra sulla prima facciata è probabilmente il loro brano migliore, con leggere influenze classiche e le tastiere in evidenza come nella migliore tradizione del prog italiano, ma anche la seconda facciata, con i suoi tre brani più brevi, ha alcuni momenti eccezionali. Il cantante "Lupo" Galifi ha una voce molto personale e il tastierista Pit Corradi aggiunge un tocco di originalità al suono del gruppo.
Il Museo Rosenbach ha avuto una breve esistenza, sciogliendosi subito dopo l'uscita dell'album e dopo alcuni buoni concerti nell'estate del 1973, e i due CD postumi pubblicati dalla Mellow ci fanno capire che grande gruppo sia stato.
Il batterista Giancarlo Golzi ha riscosso un grande successo commerciale con il suo gruppo successivo, Matia Bazar, che esiste ancora oggi.
Un nuovo album con 10 brani, Exit, è stato pubblicato nel 2000 dal bassista originale Alberto Moreno e dal batterista Giancarlo Golzi insieme a nuovi musicisti, ma in una direzione molto più commerciale del loro classico album.
Il prodotto più recente di questa nuova formazione è un'apparizione sulla compilation Kalevala dell'etichetta francese Musea, dedicata al poema tradizionale finlandese. Il Museo Rosenbach partecipa con un convincente medley di due brani cantati in inglese.





Quello ora proposto da "contrAPPUNTI" Special, è un "quadernone" unico nel suo genere: storia, testi, immagini (rare) sulla band di "Zarathustra", uno dei dischi più affascinanti del Progressive Rock Italiano. Segnaliamo l'indice del numero

Il Centro Studi per il Progressive Italiano sforna un numero monografico della rivista che edita, "contrAPPUNTI" , dedicato al Museo Rosenbach.
Gli amici del Centro Studi per il Progressive italiano, Movimenti Prog e Wonderous Stories nel loro “Racconti a 33 giri” avevano inserito il loro unico (all'epoca) e discusso disco ("Zarathustra") tra i magnifici 50 album per scoprire il rock progressive italiano degli anni ’70: “Zarathustra – hanno scritto – scivola veloce verso un apice musicale”.
Un album da riscoprire, forse non apprezzato come si doveva all’epoca. “Rimane una pietra miliare del progressive italiano, pur avendo subito un profondo ostracismo all’epoca per presunte ambiguità ideologiche”, scrive Riccardo Storti nel suo libello “Progressive in Italia”.
Il nome del gruppo è molto suggestivo. Museo Rosenbach è un omaggio all’editore tedesco ma che significa anche “ruscello di rose”. Eppure passò all'epoca per gruppo “noir”... Il disco fu molto discusso, anche osteggiato per i riferimenti “a destra” che si ritrovavano... Il volto di Mussolini incastonato nell’immagine di copertina, i testi che si richiamavano a Nietzsche...
"Se hai sottomano la copertina originale - ci ha detto Alberto Moreno - ti accorgi che all’interno noi ci eravamo preoccupati di sottolineare che Nietzsche non andava interpretato come accadeva in quegli anni, come uno degli ispiratore del nazismo; il Museo seguiva una lettura più 'morbida' del filosofo, liberata dalle forzature politicizzate. Purtroppo questa nostra avvertenza non è stata recepita dimostrando che spesso contano più le immagini e i luoghi comuni delle parole. Riconosco che il nero della copertina e il busto di cui si è detto non ci hanno aiutato. Abbiamo però pagato per queste ingenuità".



Beh, se citare Nietzsche significa essere di destra, allora sono di destra anche io...
Tralascerei questi contorni che rischiano di offuscare un vero capolavoro come Zarathustra...

[Modificato da Benny404 03/08/2007 15.00]

03/08/2007 16:00
 
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ah il Museo!

Zarathustra magnifico!!!

Exit uscito nel 2000 invece è troppo "canzone leggera", troppo lontano dal sound progressive degli anni'70, troppo distante dal capolavoro precedente del'73...

di Zarathustra poi son splendide tutte le tracce, non solo la prima facciata del Lp che comprende cinque brani. a me piace sopratutte l'ultima "Dell'Eterno Ritorno" [SM=x1303767]

[Modificato da krusty.il.clown 03/08/2007 16.01]


03/08/2007 19:42
 
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Devo riascoltarlo! [SM=g27837]
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